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Assaporare un’Europa di cittadini

Pubblicato il: 10/09/2010 15:31:00 -


Le opportunità di aggiornamento offerte dal Consiglio d’Europa, il valore di approfondimento teorico, ma anche di esperienza umana che vi si raccoglie possono aprire nuovi orizzonti per una didattica fondata sulla cittadinanza.
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La nostra scuola sta cambiando, per una riforma certo, ma soprattutto pressata dall’evoluzione della realtà. Seguendo le leggi, seguendo la nostra sensibilità di docenti apportiamo ogni anno modifiche al nostro lavoro. Ma che cosa succede all’estero? In particolare c’è un qualche riferimento internazionale, un serbatoio di idee a cui attingere?

Vorrei qui presentare l’esperienza di un corso di aggiornamento del Programma Pestalozzi, patrocinato dal Consiglio d’Europa, che permette a docenti ed educatori di partecipare gratuitamente a incontri internazionali, intitolato “Exploring Civic Identity – New perspectives in Civic Education”, il corso si è svolto in Bulgaria (Primorsko) lo scorso giugno alla presenza di un eterogeneo gruppo di insegnanti, metà provenienti dal paese ospite e metà da paesi membri del CoE (dall’Armenia al Portogallo).

I concetti fondamentali che l’organizzatore (prof. Rumen Valchev) ha voluto trasmettere sono stati i seguenti:
1. L’orizzonte che fa da sfondo al seminario è la sfiducia e disaffezione crescenti dei cittadini nei confronti della democrazia, e ciò è tanto più vero per le giovani generazioni, che esprimono giudizi severi sui comportamenti degli adulti e insieme un senso di impotenza e di rassegnazione qualunque sia il loro Paese d’origine. Per quanto negli Stati Uniti, dove il problema è avvertito da tempo e dove si è cercato di dargli una soluzione scolastica, si stia diffondendo l’opinione che l’insegnamento scolastico non produca un impatto sostanziale sul comportamento dei giovani, la scuola si impegna su questo versante in modo serio e concreto, cioè dando sufficiente spazio e inventiva a questo tema. Questo può essere un buon segnale data l’importanza che questa istituzione ha nella vita dei ragazzi.
2. L’identità civica è una parte della più complessa identità individuale, e da quest’ultima bisogna partire per modellare una educazione alla cittadinanza funzionale e costruttiva. Il programma coerentemente ha dedicato una sessione all’identità personale, una a quella professionale per concludere con quella civile.
3. La costruzione dell’identità civica deve erigersi su due pilastri di ugual importanza: la conoscenza teorica dei sistemi giuridici ed economici e la promozione della partecipazione attiva dei giovani a tali sistemi. Siccome in tutti i paesi membri risulta più sviluppato il primo pilastro rispetto al secondo, durante il seminario sono stati illustrati metodi di lavoro rivolti a incentivare il coinvolgimento degli studenti. L’elaborazione personale degli studenti viene sollecitata grazie a lavori basati sull’uso di metafore che portano i ragazzi dal concreto (l’ideazione di una piazza dedicata alla Cittadinanza) all’astratto (il concetto di Cittadinanza). Appare però chiaro dall’impostazione che deve essere dato ampio e ben costruito spazio all’alfabetizzazione sui sistemi giuridici ed economici nazionali, campo nel quale ho verificato che i nostri libri di testo di diritto ed economia per il biennio sono di un livello più che buono: un’impaginazione accattivante, una divulgazione della materia semplice, ma non semplicistica garantiscono agli studenti del nostro paese un’informazione di base corretta e sufficiente ad affrontare la quotidianità.

Un elemento essenziale del seminario è stata la possibilità di gustare l’Europa. L’ambiente multiculturale è stato di stimolo ai lavori, ma soprattutto è stato l’occasione per conoscere i nostri concittadini stranieri, se mi si passa questo ossimoro, e quindi noi stessi, nelle abitudini quotidiane e nei drammi ancora brucianti di questo nostro continente (l’inimicizia greco-turca). Questa è la società in cui i nostri ragazzi saranno chiamati a vivere; se dunque vogliamo introdurveli, acchiappiamo al volo l’opportunità che il Consiglio d’Europa offre a noi insegnati di assaporarla, perché solo dopo saremo in grado di passare loro la voglia di viverci.

Chiara Saracco

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